I pesanti scontri tra Forze dell’Ordine e Black Block scoppiati oggi al confine del Brennero rispondono al solito schema: una questione di forte impatto sociale non risolta dalla politica e lasciata scaricarsi sulla piazza, nelle mani della Polizia, o per meglio dire sulle sue spalle. La cosa non può funzionare, ovviamente, se non per consentire a chi dovrebbe risolvere questi problemi di scantonare. Il balletto delle dichiarazioni dei governi italiano ed austriaco su chi e cosa debba fare o non fare ognuno dei due, è stato il contorno, ma anche la riprova, del gioco allo scarico rimbalzato addosso agli uomini in divisa posti a tutela dell’ordine pubblico. Come sempre i paladini della protesta si sono presentati con la precisa intenzione di non protestare affatto, bensì di inscenare la gazzarra di sempre, armati di molotov, bombe carta, armi improprie e tutto ciò che possa permettere di buttare a terra un poliziotto o mandarlo dentro un ambulanza. Il fatto che questi ragazzotti non sappiano nemmeno quale sia il motivo per cui viene inscenata la guerriglia – ”
è giusto spaccare tutto… è stata una bella esperienza”
disse il ventenne Mattia al NO-Expo di un anno fa- è l’elemento che completa e sigilla la pantomima a cui dobbiamo assistere ogni volta.
In queste situazioni servirebbero gli strumenti per videofonoregistrare tutte le azioni e tutti i protagonisti in modo da cristallizzare le responsabilità di chi commette reati. Invece si continua, anche in questi giorni, ad invocare gli inutili ”
numeretti”
sulle divise, buoni solo per mascalzoncelli e devastatori che vogliono colpire con false denunce chi protegge la legalità e la democrazia.
Letta 567 volte