Dunque niente soldi ai poliziotti per gli infortuni patiti durante il turno o per spese legali difensive in caso di controversie penali causate dal servizio. In buona sostanza, la Regione Veneto si deve fare gli affari suoi, perché queste cose sono di competenza dello Stato. Poco importa che il medesimo non adempi compiutamente a questo dovere, ma che invece costringa i poliziotti feriti sul lavoro a pagarsi il ticket (caso unico nel Pubblico Impiego) e le spese sanitarie riabilitative per poi attendere anni la rifusione. Stessa insensibilità di fronte alle spese legali documentate per difendersi da procedimenti penali connessi al servizio, spesso temerari se non proprio assurdi: tramite cavillosi giudizi dell’Avvocatura dello Stato o brandendo lo strumento disciplinare i rimborsi delle parcelle vengono tagliati oppure annullati.
Questo che trancia inesorabilmente l’iniziativa regionale invece di stimolare una virtuosa imitazione o prenderne spunto per sanare le lacune, è il Governo che noi del Sap da tempo incalziamo, subendo procedimenti disciplinari e denunce alla Procura.
Evidentemente il benessere e la serenità degli uomini e delle donne delle Forze dell’Ordine non rientrano proprio tra le priorità di Palazzo Chigi, che non perde occasione per confermare con fatti concreti ciò che è ormai convinzione dei più: sulla sicurezza questo Governo non investe, punto e basta.
E non c’è spazio per discussioni perché nessuno, nemmeno i poliziotti del SAP o gli amministratori di una Regione, si deve permettere di spiegare cosa si può fare per andare incontro alle esigenze della Sicurezza. Si badi, quest’ultimo aspetto, rende ancor più odiosa questa indifferenza dello Stato poiché riguarda aspetti connessi all’espletamento del servizio e non già semplici rivendicazioni salariali, con buona pace di quel partito dell’antipolizia sempre attento e vigile, guarda caso, ai molti doveri del poliziotto non corrispondano altrettanti diritti.
Un atteggiamento così sfrontato, quello del Governo, che anche altre sigle della galassia sindacale di polizia si sono risvegliate dal lungo letargo per dire ciò che il Sap, con passione e lucidità, contesta da tempo, cioè il grave stato di debilitazione in cui versa il nostro apparato della sicurezza e con esso tutti gli operatori delle Forze dell’Ordine. Sono così smaccate le randellate dirette al settore delle polizie che anche coloro che fin qui hanno giustificato e difeso le decisioni della politica finiscono per prendere atto della realtà.
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