A scoprire oggi la sua targa, a vent’anni dalla morte, la moglie Ornella Spinoso e i due figli Laura e Stefano.
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Lamezia è una città complessa che ha avuto tante vittime per guerre che si perpetuano nel tempo – ha affermato il prefetto di Catanzaro Luisa Latella – il sovrintendente Caligiuri è una di quelle persone che pur essendo cittadino di Lamezia, non si è fatto coinvolgere, ha resistito, ha lottato per la legalità, ha perso la vita. Un poliziotto, ma prima di tutto è un cittadino, perché difendere il proprio territorio vuol dire affermare gli ideali della libertà e della democrazia”.
“Orgoglioso di far parte della Polizia di Stato dove hanno prestato servizio figure come Caligiuri” ha poi aggiunto il questore di Catanzaro Giuseppe Racca, che ha sottolineato come sia stato “alto il suo senso del dovere, poiché Caligiuri è intervenuto in un’azione che potremmo quasi definire suicida, sapendo di essere solo contro due malviventi. Ed è giusto ricordare queste figure eroiche che noi dobbiamo portare sempre nella memoria”. Il primo cittadino di Lamezia, Paolo Mascaro, ha poi concluso gli interventi a nome di tutta l’amministrazione comunale, affermando: “Rendiamo un doveroso omaggio ad uno degli eroi e dei martiri di questa terra. Non conta sulla terra quanto si vive, conta sulla terra quale messaggio quale ricordo si riesce a tramandare. Noi ricordiamo un Sovraintendente il cui eroismo e dedizione alla divisa che indossava lo rendono immortale”.
Prima della Cerimonia è stata ricorpubDate la vita e l’operato nelle forze dell’ordine di Pietro Caligiuri, Il Sovrintendente Pietro Caligiuri, 39 anni, da pochi anni prestava servizio alla Questura di Catanzaro, presso il Commissariato di Lamezia Terme. Sempre in prima linea, aveva acquisito esperienza e coraggio in città come Milano, Roma e Cosenza.
Qualche anno prima della tragica morte era uscito indenne da due conflitti a fuoco.
Quel tragico venerdì di maggio del 1996 il Sovrintendente si trova a casa propria, nel suo giorno di riposo, quando viene allertato da una telefonata della locale sala operativa del Commissariato di Lamezia Terme. L’operatore gli riferisce testualmente: ”
Ci hanno segnalato una sparatoria nel tuo paese, ad Accaria. Vai a vedere un po’ cosa succede.”
Immediatamente dopo aver riattaccato il telefono, Pietro si reca sul posto.
Proprio lì, ad un centinaio di metri dalla sua abitazione, oltre a sentire gli spari, nota due persone ferite da colpi d’arma da fuoco. Subito presta loro soccorso, poi contatta i colleghi del 113 per avere rinforzi. Nel frattempo, incurante del pericolo, tutto solo, cerca di impedire ancor più gravi conseguenze ai danni dei presenti.
I rinforzi sono già partiti mentre il Sovrintendente affronta il “folle paesano” armato, Davide Francesco. Spera di poter contare sulla reciproca conoscenza per ricondurlo alla ragione ma quell’uomo, intenzionato ad andare oltre, non appena si accorge delle Volanti in arrivo, spara una serie di colpi alle spalle del poliziotto. Uno di questi lo raggiunge, stramazzandolo al suolo.
La folle corsa in ospedale è del tutto inutile. Sul posto, intanto, giungono altri colleghi, e, di rinforzo, anche i Carabinieri. Davide Francesco, intenzionato a non arrendersi, si barrica in casa insieme al padre Giovanni, sparando contro chiunque si avvicini all’abitazione.
I poliziotti rispondono al fuoco, riuscendo ad arrivare proprio sotto l’uscio di casa di Davide, ferendo il padre e assicurando entrambi alla giustizia.
Il 19 maggio 1997 il Presidente della Repubblica Italiana gli ha conferito la Medaglia d’oro al Valor Civile alla memoria e con decreto rilasciato dal Capo della Polizia, gli viene riconosciuto lo status di Vittima del Dovere. Il 28 ottobre 2008 all’interno della Questura di Catanzaro, è stata deposta una lapide in memoria degli appartenenti alla Polizia di Stato caduti nell’adempimento del proprio dovere.
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