Il Segretario provinciale del SAP di Trieste, Lorenzo Tamaro, ha voluto ricordare i colleghi uccisi il 4 ottobre 2019 nella Questura di Trieste, rimarcando alcuni aspetti negativi che ogni poliziotto deve affrontare quotidianamente durante lo svolgimento del proprio lavoro. Queste le parole del Segretario: «Sono passati quattro anni da quel tragico pomeriggio di ottobre che ha lasciato a terra Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, due giovani servitori dei cittadini uccisi per mano di un assassino. Con quella lucida azione perpetrata all’interno della Questura, la “casa dei poliziotti”, il criminale ha messo in risalto non solo la fragilità della “giustizia”, ma anche quella della “sicurezza”. È da tempo che il SAP denuncia anche l’inadeguatezza di alcune strutture di Polizia a causa della loro tipologia, concepite spesso per altri scopi e in altri tempi e magari difficilmente dotabili di sistemi e strumenti di sicurezza. Stesso discorso vale per le dotazioni di Polizia. Questa vicenda ha aperto una gravissima ferita difficile da sanare, non solo per i familiari, ma anche per i poliziotti, per la gente comune e la città intera. La “giustizia” in questa vicenda esce indebolita, perché con le sentenze di primo e secondo grado, passa quel messaggio che in Italia il garantismo ed il buonismo nei confronti dei criminali ha il sopravvento rispetto alla brava gente, dove chi delinque trova sempre una via d’uscita. C’è qualcosa che non va in questo sistema ed è dovere di tutti concorrere a cambiarlo affinché non si ripetano più situazioni di questo genere».
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