«Solo la polizia di frontiera di Trieste nel 2022 ha rintracciato più di 7mila persone, nei primi sei mesi del 2023 più di 6mila, ma nel contesto globale della città di Trieste sono triplicati gli arrivi nel 2023 rispetto al 2022». È quanto ha affermato Lorenzo Tamaro, Segretario Provinciale del SAP di Trieste, intervistato da Agorà su Rai 3, per fare il punto sugli ingressi irregolari nella regione. «Sono numeri importanti, che noi facciamo spesso fatica a gestire, proprio perché abbiamo un organico veramente carente rispetto a quelle che sono le piante organiche previste e abbiamo degli uffici di polizia che ovviamente non sono adeguati a poter affrontare un fenomeno di questo tipo. Prima del 2007 quando c’erano i confini attivi avevamo 260 unità della polizia di frontiera, oggi ne dovremmo avere 120 invece ne abbiamo solo 100. È chiaro che all’epoca non c’era un fenomeno così importante della Rotta Balcanica che in questi anni è stata letteralmente dimenticata da tutti e adesso invece trova un momento molto fiorente».
Proprio ieri in una nota il Segretario provinciale ha ricordato che: «Abbiamo più volte evidenziato il pericolo di ignorare l’identità e gli intenti delle persone provenienti dalla “Rotta Balcanica”, molte delle quali di fede islamica. Gli accadimenti internazionali di questi giorni impongono un atto inevitabilmente dovuto che prevede un dispositivo di sicurezza diverso da quello ordinario e quindi la sospensione di Schengen. L’annuncio di un invio, senza precedenti nel numero, di operatori di Polizia per poter ripristinare i controlli alla frontiera – ha aggiunto – è senz’altro la prova di un’attenzione e considerazione del fenomeno e della sua pericolosità che coinvolge il nostro territorio e che non trova riscontri simili nei precedenti Governi. Rimane comunque il problema della logistica degli uffici di Polizia che è del tutto inadeguata e che auspichiamo possa anch’essa essere contemplata dall’Esecutivo».
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