SOSPENSIONE SCHENGEN: TAMARO (SAP TRIESTE), SERVONO PIÙ OPERATORI DI POLIZIA E UNA LOGISTICA ADEGUATA ALL'ARRIVO DELL'INVERNO

SOSPENSIONE SCHENGEN: TAMARO (SAP TRIESTE), SERVONO PIÙ OPERATORI DI POLIZIA E UNA LOGISTICA ADEGUATA ALL’ARRIVO DELL’INVERNO

È chiaro che la sospensione di Schengen verrà prolungata, ma per fare fronte a questa misura servono più agenti di Polizia ed è fondamentale prevedere una logistica adeguata all’arrivo...

È chiaro che la sospensione di Schengen verrà prolungata, ma per fare fronte a questa misura servono più agenti di Polizia ed è fondamentale prevedere una logistica adeguata all’arrivo dell’inverno. È il messaggio lanciato da Lorenzo Tamaro, Segretario Provinciale del SAP di Trieste. «Con la sospensione di Schengen e l’invio di uomini aggregati su questo territorio – ha affermato – si è vista da parte del Governo un’attenzione sulla tematica della Rotta balcanica che non si era mai vista nei precedenti esecutivi. Un invio di un numero elevato proveniente da altre città, necessario per poter gestire il controllo ordinario di un “retro-valico” con un grave problema dettato dall’immigrazione clandestina, però sicuramente insufficiente a “sigillare” i confini».

«Nel 2007, quando i confini erano chiusi la Polizia di Frontiera di Trieste contava 260 poliziotti specializzati, a differenza di quelli arrivati che non appartengono nemmeno alla “specialità” di Frontiera. Durante la riunione con il Direttore della Quarta Zona Polizia di Frontiera Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Trentino-Alto Adige, nel giorno della sospensione di Schengen, il SAP aveva posto l’attenzione proprio su questo punto e sul fatto che tale dispositivo, più mezzi e più agenti, sarebbe da mantenere sempre, per un controllo migliore delle vie di accesso dei migranti ed il contrasto alla tratta di esseri umani. Abbiamo contestato – ha ricordato Tamaro – la decisione di non respingere in Slovenia quelle persone che utilizzano l’escamotage della richiesta dell’asilo politico. Temevamo che il numero di agenti dispiegati sui confini, a nostro avviso non adeguato, potesse ricadere sulla gestione del personale, cosa che si sta verificando in questi primi dieci giorni. Ormai è chiaro che il dispositivo sarà prolungato per un periodo molto più lungo; le condizioni internazionali lo rendono inevitabile. Ma è altrettanto chiaro che non si può pensare di continuare in queste condizioni, con un numero di uomini sottostimato e con una logistica del tutto inadeguata ad affrontare le condizioni climatiche dell’inverno che è ormai alle porte. Per i controlli fissi, sui valichi, servono unità abitative e tensostrutture al fine di dare un rifugio decoroso e sicuro agli operatori di Polizia durante i controlli di Frontiera, come era stato fatto dalla Polizia Slovena durante i controlli legati alla pandemia Covid-19. Servono ulteriori rinforzi di personale, che sia questa volta specializzato ed appartenente alla Polizia di Frontiera per poter svolgere al meglio quelle che sono le pratiche afferenti a quella materia. Tutto ciò serve per portare risultati concreti affinché questa non appaia un’operazione di facciata».

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