ROTTA BALCANICA, TAMARO (SAP TRIESTE): QUALI MAGGIORI CONTROLLI SENZA UOMINI E LOGISTICA ADEGUATI?

ROTTA BALCANICA, TAMARO (SAP TRIESTE): QUALI MAGGIORI CONTROLLI SENZA UOMINI E LOGISTICA ADEGUATI?

Il Segretario provinciale del SAP di Trieste, Lorenzo Tamaro, è intervenuto con una nota in merito alle problematiche inerenti i controlli sui flussi migratori attraverso la rotta balcanica: «Per...
Il Segretario provinciale del SAP di Trieste, Lorenzo Tamaro, è intervenuto con una nota in merito alle problematiche inerenti i controlli sui flussi migratori attraverso la rotta balcanica: «Per affrontare al meglio l’arrivo dei migranti provenienti dalla “Rotta Balcanica” serve innanzitutto considerare questa problematica per quello che è. L’ingresso clandestino e il contrasto dei “trafficanti di uomini” è un tema di carattere europeo e non dei singoli Stati membri quali Italia, Slovenia o domani Croazia. Nessuno di questi Stati è in grado di gestire questo flusso da solo. Altrettanto impensabile è continuare a non porre alcun implemento strutturato agli organici della Polizia di Frontiera di Trieste. Essa, infatti, è già in forte sofferenza a causa di una carenza del 20% su quanto previsto dal 2007, anno della soppressione dei confini. Il compito della Polizia di Frontiera, di uno Stato come l’Italia, “interno” nell’area Schengen, era ed è quello di svolgere il lavoro di “retro-valico” e non quello di controllo di flussi importanti come quelli della Rotta Balcanica e della crisi Ucraina. In questi giorni viene annunciata dalle massime Autorità l’intenzione di aumentare i servizi di controllo da parte delle forze di Polizia, nel tentativo di arginare il mare in piena. La domanda sorge spontanea: con quali uomini e con quali strutture si intende implementare i controlli? Attualmente la Polizia di Frontiera dispone di strutture del tutto inadatte a poter “accogliere” numeri così importanti come quelli che quotidianamente registriamo. È un dato di fatto che va avanti da anni e che ha trovato solo soluzioni tampone come la posa di moduli abitativi (container) al di fuori della Sottosezione di Polizia di Frontiera di Fernetti, ma niente di più sicuro come, ad esempio, l’adiacente ex Caserma della Guardia di Finanza, oggi “Casa Malala” utilizzata per l’accoglienza. Onestamente troppo poco, per un fenomeno che dura da molto tempo e che aumenta in maniera esponenziale.Quale sicurezza viene garantita agli operatori di Polizia per svolgere le proprie funzioni in queste condizioni? Non conosciamo nulla di chi arriva dalla Rotta Balcanica, non sappiamo se è gente onesta o meno e quali siano le condizioni di salute fisiche e psichiche. Le Forze di Polizia operano con grande umanità nei confronti di queste persone, ma hanno anche il diritto e la necessità di poter disporre di ambienti di lavoro sicuri, per non doversi poi trovare a piangere nuovamente come accaduto proprio qui a Trieste nel recente passato. È un dovere da parte dello Stato, del Governo prendersi carico seriamente di quanto accade su questo territorio, dotando le Forze di Polizia  anchedi norme efficaci, come ad esempio le riammissioni e instaurando nuovi accordi con gli Stati vicini affinché ci sia la massima collaborazione per la buona attuazione delle stesse, questo nell’interesse dell’intera Comunità Europea».

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