Con l’avvento delle alte temperature, anche i controlli alla frontiera si fanno roventi. Le condizioni in cui i colleghi sono costretti a lavorare negli uffici di Polizia di frontiera al confine con la Slovenia sono a dir poco discutibili: in un container (per fortuna c’è l’aria condizionata) con bagno chimico all’esterno.
Il SAP, appena dopo la notizia della sospensione dell’Accordo Schengen, ha iniziato a chiedere un’adeguata logistica per gli agenti impegnati nei controlli di frontiera. Così non è stato. Il Segretario provinciale del SAP di Trieste, Lorenzo Tamaro, ne denuncia le condizioni lavorative:«Avevamo chiesto con largo anticipo e per tempo, in previsione dell’arrivo dell’estate, che venisse predisposta una copertura per garantire una zona d’ombra nelle aree adibite ai controlli di frontiera. Abbiamo aspettato fiduciosi, abbiamo più volte sollecitato, ma ora siamo a luglio e ancora non è stato installato nulla! Gli agenti impegnati a contrastare l’immigrazione clandestina della Rotta Balcanica invece sono stati abbandonati sotto il sole e senza l’approvvigionamento di acqua. Infatti non è stata nemmeno distribuita l’acqua che generalmente viene messa a disposizione a chi si trova a stazionare per delle ore in quelle situazioni climatiche. Siamo in piena estate! Queste condizioni in cui si trovano ad operare i poliziotti sono disumane e inaccettabili».
Letta 398 volte