«Le regole d’ingaggio prevedono che se i rintracciati chiedono asilo politico devono essere accolti. Poiché la richiesta è generalizzata, è chiaro che, nonostante i controlli al confine, gli ingressi dalla Rotta Balcanica non calano». Sono le parole del Segretario regionale SAP Friuli-Venezia Giulia, Olivo Comelli, alcuni giorni dopo la sospensione del Trattato di Schengen sulla frontiera slovena e lo schieramento di 350 uomini della Polizia per presidiare i valichi di primo livello e il confine da Trieste a Tarvisio. «In sostanza, questa operazione serve non per frenare gli arrivi dalla Rotta Balcanica, ma per identificare le persone all’ingresso, mentre in precedenza i rintracci si dovevano trasferire in Questura», ha aggiunto Comelli, ricordando che le 350 unità schierate «sono sufficienti per il lavoro che sono chiamate a svolgere. Il punto è che questi numeri dovrebbero costituire la dotazione ordinaria per poter efficacemente contrastare l’immigrazione clandestina lungo la Rotta Balcanica, per fermare coloro che non hanno titolo per entrare nel territorio italiano».