Il Segretario provinciale del SAP di Trieste, Lorenzo Tamaro, è intervenuto gran voce per denunciare le gravi criticità riguardanti la Rotta Balcanica: «I dati dicono che la Rotta Balcanica, al pari di quella Mediterranea è in costantecrescita e malgrado ciò ci ritroviamo a dover ancora una volta rimarcare l’irrisolta gravissima situazione logistica, quella dei mezzi e degli organici della Polizia di Frontiera chiamata in prima linea ad affrontare un fenomeno che obiettivamente è stato “dimenticato” dai precedenti esecutivi, mentre le interlocuzioni iniziate nei mesi scorsi dall’attuale Governo sono sicuramente da apprezzare. È chiaro anche che la soluzione del problema non è imputabile alle amministrazioni locali, regionali e nazionali, perché è un problema prettamente Europeo e deve essere affrontato in quella sede in forma collegiale. In attesa che ciò avvenga, il SAP nei giorni scorsi in una riunione con la propria Amministrazione ha però voluto sottolineare che malgrado gli sforzi pregevoli messi in atto, la situazione attuale della Polizia di Frontiera di Trieste non può soddisfare quelle che sono le necessità attuali e le soluzioni non sono più prorogabili. Nel corso degli ultimi anni si sono conseguiti dei miglioramenti sulla parte logistica, si è passato dal nulla alle tende dell’Esercito, ai moduli abitativi posati per poter svolgere perlomeno in un ambiente protetto dalle intemperie, le operazioni di identificazione dei migranti che entrano illegalmente in Italia. Ulteriori implementazioni anche in questi mesi di altri “container”, che però rappresentano un modo di affrontare il problema sempre precario, emergenziale e non strutturale. È per questo motivo che la caserma di Fernetti non è più adeguata ad un simile compito e carico, lo potrebbe essere certamente “Casa Malala” ex caserma della Guardia di Finanza proposta più volte dal SAP: ma questa possibilità non si è mai voluta prendere in considerazione seriamente. Gli spazi della caserma di Fernetti, oggi sono sottodimensionati per affrontare un fenomeno così grande, sono poi ulteriormente ridotti ed aggravati dall’ormai cronico problema dell’accumulo di veicoli sequestrati nelle varie operazioni di Polizia messe in atto per contrastare la tratta degli esseri umani e messe a disposizione dell’A.G. Dimostrazione questa, della notevole mole di lavoro di cui si fa carico la Polizia di Stato anche sul fronte delle attività investigative e che certifica le grandi proporzioni dell’immigrazione clandestina su questo territorio proveniente dalla “Rotta Balcanica”. C’è poi indubbiamente la necessità di un maggiore organico, ma anche di avere dei furgoni nuovi, con tutti i canoni di sicurezza previsti per il trasporto delle persone, in considerazione del fatto che quelli attualmente in uso sono ormai logori e guasti. Cominciamo a mettere mano su queste cose per poi continuare contemporaneamente anche sulla parte diplomatica e normativa affinché si possano finalmente rendere fattibili le riammissioni nei paesi Europei vicini, Slovenia e Croazia che, vogliamo ricordare, aderiscono al trattato di Schengen e dove i diritti umani sono riconosciuti parimenti a nazioni come l’Italia e la Francia».
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