Apprendiamo dalla prima pagina del Fatto Quotidiano, che la conduttrice Barbara D’Urso in visita presso la Questura di Milano lo scorso mercoledì, è stata accolta come fosse un’autorità istituzionale, con tanto di picchetto d’onore. La stessa avrebbe, tra l’altro, condiviso il video sul social network Instragram e poi rimosso.
Siamo senza parole. Non voglio entrare nel merito dell’accoglienza giusta o sbagliata riservata alla signora D’Urso ma, devo necessariamente esprimere una valutazione comparativa.
Nel mese di ottobre, precisamente il 19 ottobre, presso la Questura di Roma, come Sap abbiamo organizzato una conferenza tenuta dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Franco Roberti, riservata ai poliziotti della Questura di Roma. Nonostante le nostre raccomandazioni sia per iscritto che per le vie brevi, non solo non è stato predisposto nessun picchetto per accogliere una vera autorità, c’è da dire anche, che nessun dirigente si è degnato di riceverlo e che la sala presso la quale si è tenuta la conferenza, l’abbiamo trovata sporca e in disordine, tant’è che io stesso ho dovuto passare lo straccio sul pavimento.
È inammissibile utilizzare forme istituzionali come quelle del picchetto d’onore, solo per avere riscontri sul circuito mediatico e non per onorare vere personalità istituzionali. Il valore primario del picchetto d’onore è quello istituzionale e va considerato come tale, in un secondo momento poi si può valutare se abbia o meno significato utilizzarlo ai fini di promozione mediatica, considerata la cronica carenza di organico nelle Forze di Polizia, pari a 50.000 uomini in meno.
Predisporre un picchetto d’onore per Barbara D’Urso, lasciando poi personalità come il dottor Roberti, con esperienza magistrale nel campo dell’Antimafia e dell’Antiterrorismo, senza la benché minima considerazione, la ritengo un’aberrazione. Un qualcosa che mi lascia disgustato.
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