In data odierna abbiamo scritto al Ministro dell’Interno per segnalare gli effetti della modifica all’art. 51, comma 5, del TUIR introdotta dalla Legge di Bilancio 2025, che vincola la non imponibilità dei rimborsi di missione all’uso esclusivo di strumenti di pagamento tracciabili.
La norma, applicata senza un’adeguata e tempestiva informazione al personale, rischia ora di trasformare in reddito imponibile migliaia di rimborsi spese sostenuti nel 2025 in contanti per esigenze di servizio. Un danno economico ingiusto, che colpirebbe operatori che hanno agito correttamente e senza alternative praticabili.
In molte attività operative, servizi in abiti civili, indagini, contesti riservati o aree prive di pagamenti elettronici, l’uso del contante non è una scelta, ma una necessità. Penalizzare queste situazioni significa ignorare la realtà del lavoro sul campo e istituti consolidati come anticipi e rimborsi forfettari.
Per queste ragioni, abbiamo chiesto un intervento normativo urgente: l’esclusione del Comparto Sicurezza dall’applicazione della disciplina per le missioni nazionali o, in subordine, l’introduzione di un periodo transitorio che eviti effetti retroattivi penalizzanti.

