Editoriale del Segretario Generale
Il successo della nostra campagna contro il reato di tortura - che ci vedra' nuovamente
in piazza in tutte le provincie italiane il 29 giugno - testimonia la bonta' di una battaglia
che ci vede in prima linea per contrastare le tesi del partito dell'Antipolizia e degli
allergici alle divise, voglioso di colpire le donne e gli uomini in divisa attraverso
un combinato disposto - reato di tortura / codici identificativi - che nei fatti paralizzerebbe tutta l'attivita' di polizia.
Lo abbiamo spiegato ai cittadini con una pubblicazione di 4 paginette nelle quali (disponibile su questo sito), anche attraverso l'utilizzo di vignette, si e' cercato di far comprendere che il reato di tortura cosi' strutturato colpisce la brava gente e non i criminali.
Anzi, per i delinquenti si tratta di un grossissimo regalo perche' non saremo in grado di difenderci da accuse infamanti e non provate: bastera' una parola di troppo o uno sguardo truce per rischiare le "acute sofferenze" psicologiche. Per non parlare della fattispecie autonoma relativa all'istigazione a commettere reato da parte del pubblico ufficiale, creata apposta per punirci, anche se non commettiamo alcun reato! Giornali, radio, agenzie e TV ci hanno regalato una visibilita' mediatica senza precedenti.
La nostra battaglia continua.
Editoriale del Segretario Generale
Dopo la sentenza di fine aprile sulle pensioni, la Corte costituzionale mette nuovamente e
giustamente in riga la classe politica e il Governo definenendo illegittimo il blocco dei contratti
nella pubblica amministrazione che da 6 anni penalizza in maniera pesantissima soprattutto gli stipendi
dei poliziotti.
Come SAP abbiamo denunciato da sempre l'illegittimia' del blocco contrattuale a cui si e' unita la beffa
del cosiddetto "assegno una tantum", che doveva compensare i mancati aumenti, ma che poi non e' stato piu'
finanziato dai vari Governi Monti, Letta e Renzi.
La "fregatura" di questa sentenza e' che non vale per il passato, per cui niente arretrati.
Ma, aggiungiamo noi, non puo' valere certamente per il futuro e soprattutto per il presente: ogni giorno di mancato rinnovo contrattuale e' un "furto" dalle tasche dei colleghi, senza contare che gli incrementi non percepiti in questi anni ci penalizzano anche dal punto di vista pensionistico (anche qui ocorrerà intervenire).
Il SAP e la CONSULTA SICUREZZA sono, pertanto, intervenuti prontamente per chiedere la riapertura del contratto. Subito.
Non dal 2016!
Roma, 26 giu 2015 (AGENPARL) - Migliaia di poliziotti in piazza ieri da Roma a Milano, da Palermo alla Calabria, alla Sardegna,
per protestare contro l'introduzione del reato di tortura. E lunedi' 29 giugno si replica in tutte le altre province italiane.
Protagonista il Sindacato Autonomo di Polizia che con questa mobilitazione (lo slogan principale e' stato: “Noi siamo brava gente!”)
ha conquistato sia ieri che oggi le prime pagine dei giornali e dei Tg.
Ne parliamo col Segretario Generale del Sap, Gianni Tonelli.
Tonelli, soddisfatti della vostra mobilitazione?
"Siamo soddisfattissimi. Ci siamo mobilitati con migliaia di nostri iscritti liberi dal servizio e lunedi' saremo in tutte le
province italiane per continuare a diffondere le 500.000 copie della nostra pubblicazione. Siamo orgogliosi non solo per il successo
mediatico senza precedenti, ma soprattutto perchè abbiamo fatto arrivare il nostro messaggio alla nazione e a tantissimi cittadini hanno
sposato le nostre tesi. La posizione del Sap e' chiara. La nostra non e' una azione di autotutela corporativa. Se fosse tale avremmo tentato
una azione di lobby nelle segrete stanze del palazzo mentre, per contro, abbiamo acquistato innumerevoli pagine di quotidiani e
distribuito decine di migliaia di opuscoli illustrativi con i quali abbiamo portato a conoscenza dell'opinione pubblica i reali contenuti
del progetto di legge".
Perchè siete contrari al reato di tortura?
"Nel nostro ordinamento esistono già fattispecie che si attagliano al reato di tortura come il sequestro di persona, l'abuso di autorità,
la violenza privata, le minacce, le lesioni etc, punite per altro molto pesantemente. Basta una semplice norma di coordinamento per
soddisfare le richieste europee.
Qui invece c'e' qualcuno che vuole penalizzare le donne e gli uomini in divisa con un reato di tortura
che nei fatti bloccherebbe l'attività di polizia".
Chi e' che ce l'ha con le forze dell'ordine?
"E' quello che io definisco il partito dell'Antipolizia e degli allergici alle divise, che dispone di autorevoli rappresentanti nelle
istituzioni, nel mondo politico e tra i media. Si vuole introdurre il reato di tortura che prevede la fattispecie delle "acute sofferenze
psicologiche” che non sono dimostrabili e soprattutto confutabili, che permetteranno a qualsiasi delinquente o criminale di accusarci.
Non solo.
Si vuole istituire la fattispecie autonoma relativa all’istigazione a commettere reato da parte del pubblico ufficiale, che
ci considera peggio dei mafiosi e pedofili. Non scendo in altri
tecnicismi perchè è tutto ben spiegato nella pubblicazione che abbiamo diffuso ai cittadini e che è disponibile su questo sito""
Salvini ha aderito alla manifestazione. Perché lui?
"Noi una settimana prima della manifestazione del 25 giugno abbiamo scritto ai segretari di tutti i partiti politici italiani.
Il leader della Lega ha aderito in maniera entusiasta. Anche il Vice Presidente delle Camera Maurizio Gasparri è venuto a Palazzo Chigi
e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ci ha espresso pubblica vicinanza. Noi ci confrontiamo con tutti perchè siamo un sindacato
autonomo. Un anno fa di questi tempi sono stato audito in commissione parlamentare e ho espresso le stesse posizioni, ma non ci fu alcuna
polemica. Purtroppo c’è chi accetta il dialogo e chi ci strumentalmente attacca alla gola".
A chi si riferisce?
"Sempre al partito dell'Antipolizia. Sui soliti "giornaloni" si leggono commenti di noti editorialisti, politici e pseudo
intellettuali che ci attaccano non entrando nel merito delle cose che abbiamo detto: appena un mese fa i capi delle Forze di Polizia
hanno manifestato analoghe perplessità in audizione parlamentare, anche il ministro Alfano recentemente ha posto dei dubbi.
Allora pure loro sono dei torturatori? Ci attaccano senza entrare nel merito soltanto per delegittimarci. L’attacco al Sap ha la finalità
di distrarre l’attenzione dal merito visto che le loro ragioni sono assai deboli".
Voi avete chiesto telecamere per tutti gli agenti.
"Certamente! Noi siamo quelli che da tempo chiedono di essere messi sotti i Raggi X. Vogliamo telecamere i cui dati siano
gestiti dal Garante per la Privacy, vogliamo ‘cam’ sulle divise, sulle auto, nei nostri ambienti di polizia. Chi critica la
nostra posizione sul reato di tortura è in malafede spudorata. La democrazia non piace a tutti e noi il 25 giugno abbiamo compiuto
un puro esercizio di democrazia. Che evidentemente non piace a coloro che sono allergici alle divise che ragionano con schemi mentali
‘pattumati’ dalla storia. I cittadini italiani hanno diritto di sapere e noi ci sottoponiamo al tribunale della nazione, come si fa in
democrazia".
Anche altri sindacati di polizia vi hanno criticato.
"Non tutti. E comunque a questi signori rivolgo un invito: anziché nascondervi dietro le sottane di chi vi tiene a libro paga o
sotto potentato politico, confrontatevi con la comunità interna, con i poliziotti. E vi renderete conto di vivere nell’Iperuranio"".
Leggi la news del 26 Giugno con la lettera di Lettera di SAP, SAPPE, SAPAF e CONAPO al Ministro Madia (vai alla news)